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Ai piedi del Parco Nazionale del Pollino

Altomonte, uno dei paesi più affascinanti della provincia di Cosenza

Uno dei centri artistici più importanti della regione Calabria

Altomonte è un comune in provincia di Cosenza, in Calabria. Il nome più antico è Balbia, voce fenicia derivante da Baal, che significa “signore” e “divinità”. Nel 1065 l’abitato è menzionato come Brahalla o Brakhalla, forse dall’arabo “benedizione di Dio”. Nel 1337 il nome del paese muta prima in Altoflumen, poi tra il 1343 e 1345 assume definitivamente quello di Altomonte per volere della Regina Giovanna I. Un borgo dalle antiche radici, Altomonte, con un impianto urbanistico fatto di vicoli ciechi, strade e stradine che s’incrociano, una muraglia di case e balconcini di ferro battuto. 

Si inizia l’itinerario alla scoperta di Altomonte partendo dal castello Normanno, ampliato e restaurato più volte dai feudatari che si sono succeduti, che ha mantenuto fede all’impianto originario e ospita oggi un albergo. Su piazza Tommaso Campanella si affaccia la chiesa di Santa Maria della Consolazione, il massimo esempio dell’arte gotico-angioina in Calabria, con l’attiguo convento domenicano, oggi sede del museo Civico.

Nobile e austera, la chiesa è impreziosita da capolavori di arte lapidea come il magnifico portale, il grande rosone composto da archetti disposti a ruota e l’elegante bifora della massiccia torre campanaria. Sulla medesima piazza è ricordato con un monumento il soggiorno del filosofo di Stilo nel Convento domenicano, costruito a partire dal 1440, di cui si ammira il chiostro della stessa epoca.

 

Lasciata la piazza, si raggiunge – per via Paladino – la Torre dei Pallotta, di origine normanna, che sorge nei dintorni della chiesa della Consolazione
dove è piacevole passeggiare per i vicoli senza fretta, scoprendo il borgo. In piazza San Francesco di Paola, invece, si affaccia l’omonima chiesa con l’attiguo complesso monastico, ora sede del Municipio, al cui interno si ammira un bel chiostro settecentesco. Nelle botteghe si acquistano i prodotti della gastronomia locale come i cardi selvatici sott’olio, le cicerchie – raro legume tra i ceci e i lupini -, gli zafarani cruschi – peperoni essiccati al sole e saltati nell’olio bollente. Tra i dolci, sono da assaporare quelli al miele, di tradizione araba. Non mancano, infine, manufatti d’artigianato: le cartoline di legno – tipiche del territorio -, la bottega delle icone e le terrecotte.

(Fonte: Visitalymaps.app)